Damiano è autistico. Non tutte le persone autistiche che parlano e capiscono i discorsi sono autonome. Damiano non lo è. Non lo è perché ha bisogno di continue attenzioni, non ci si può mai distrarre o rilassare. Appena lo si fa accadono cose negative. Lui è autolesionista (inconsapevolmente), è come se non avesse istinto di sopravvivenza. Fa cose stupide. Come soffiarsi il naso e continuare finché non gli esce il sangue, cantare finché non gli va via la voce e brucia la gola, camminare in maglietta col vento freddo addosso per 17 km. Si ammala e se gli si dice di "tenersi idratato" non beve un bicchiere d'acqua ogni tanto, ma sta "a secco" tutto il giorno e quando si ricorda beve 2 litri tutti insieme fino ad avere mal di pancia. Se finisce un farmaco, invece che andarlo a comprare, interrompe tutti gli altri e si sente male. Si gratta finché non gli va via la pelle. Se si fa la barba da solo vuole essere così liscio che gratta finché non gli esce il sangue con la lametta. E questo non accade ogni tanto, ma ogni volta. Ogni volta che si molla un po' la presa. E non impara. Non impara. Glielo spieghiamo ogni giorno.
Adesso siamo con le dita incrociate, perché due giorni fa ha fatto una camminata infinita vestito leggerissimo e col vento addosso. Ha passeggiato più di 4 ore ininterrotte. È a letto con la febbre. E noi non possiamo rientrare finché non siamo sicuri che sia solo febbre.
Sarà per questo che ci sembra impossibile tutto quello che abbiamo realizzato. Sarà per questo che, nonostante i risultati, sembra che tutto l'impegno che ci mettiamo non basti mai. Sarà per questo che proviamo così tanta frustrazione quotidiana dietro a questi schermi che ci dividono da voi. Sarà per questo che a volte vorremmo non dover tornare da Parigi. Avere una vita normale.
Bisogna sempre lottare, sempre impegnarsi, sempre sperare. Ma un pianto ogni tanto, un accasciarsi per terra e pensare "come sarebbe stato facile se..." è umano. Oggi siamo proprio per terra.
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